Se esiste (come esiste) un futuro targato Ue nel mondo della fatturazione elettronica europea, quel futuro ha un nome che proprio non si scorda: Peppol, ovvero Pan European Public Procurement Online.
Peppol – che descrive un’infrastruttura standard e certificata per inviare e ricevere ordini, fatture e documenti di trasporto, utilizzabile da qualsiasi operatore economico all’interno dell’Unione Europea – fa parte ormai dell’amministrazione digitale del Vecchio Continente ed è destinato ad avere un ruolo fondamentale nell’agevolare gli scambi tra aziende ed enti nei vari Paesi, con la conseguente generazione di tangibili benefici per tutti i soggetti coinvolti.
Fatturazione elettronica, una rivoluzione a più fasi. Il caso Italia
Prima il 2014, poi il 2019. Nel caso Italia, i capisaldi cronologici della rivoluzione che prende il nome di “fatturazione elettronica” poggiano su queste due date. Il primo è l’anno che ha introdotto l’obbligo di dematerializzare le fatture per la PA, mentre il 2019 ha esteso l’onere anche ai documenti fra privati.
Il passaggio complessivo, che a caldo è stato vissuto come radicale e complicato, ha pian piano dimostrato la propria utilità, evidenziando come ogni processo della fatturazione – dall’interscambio all’archiviazione di documenti – si sia evoluto nella direzione di una maggior efficienza.
Risultato:
- costi ridotti,
- tempi di pagamento più certi,
- maggior tracciabilità delle operazioni,
- generale semplificazione delle procedure.
A tutto questo, in un ulteriore momento, si sta unendo in Italia un nuovo obbligo che coinvolge migliaia di soggetti economici: la trasmissione di tutti gli ordini di acquisto effettuati dalle aziende del Servizio Sanitario Nazionale attraverso il Nodo Smistamento Ordini (NSO), un sistema digitale di trasmissione documenti integrato con la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici e con lo SDI – Sistema di interscambio, posto sotto la gestione Dipartimento della Ragioneria di Stato del Ministero dell’economia e delle finanze. La nascita del NSO, nel più ampio quadro di digitalizzazione delle fatture, ha rappresentato uno step importante, finalizzato a controllare più da vicino le spese pubbliche (non a caso partendo da un settore economicamente sostanzioso come il Servizio Sanitario Nazionale). E non è tutto, perché il passaggio è strettamente legato anche a un altro elemento di profondo cambiamento: l’introduzione – ecco che lo ritroviamo – dello standard Peppol.
NSO e Peppol: la prima vera applicazione dello standard del futuro
Ma come si integra il paradigma di gestione delle fatture del Servizio Sanitario Nazionale con lo standard Peppol, che promette di imporsi presto come modello unico europeo? Tecnicamente parlando, il NSO è un sistema in grado di elaborare più tipi di documenti elettronici: ordini, risposte, ordini pre-concordati e ordini di riscontro. La sua integrazione con il Sistema di Interscambio e la gestione delle fatture elettroniche contribuisce a semplificare e automatizzare il flusso di gestione di ciascun ordine, sino all’emissione del DDT e della fattura.
Il processo, ed ecco l’elemento di novità, avviene sfruttando i formati previsti dal protocollo Peppol Ubl, già utilizzato in Europa e in alcune regioni d’Italia (vedi Emilia-Romagna): ecco perché gli ordini, in questo specifico ambito, sono file in formato Xml Ubl. Qualcosa che il mondo della fatturazione, anche quella elettronica ma tradizionale, sino ad oggi non conosceva.
Un processo di fatturazione elettronica fondato su quattro nodi
Obiettivo di Peppol è dunque semplificare gli scambi elettronici internazionali, basandosi su standard tecnologici condivisi dai vari governi. L’impulso oggi è già stato colto in numerose realtà, dalla Svezia alla Norvegia, sino alla Danimarca, al Regno Unito e – appunto – all’Italia, con risultati che si inquadrano in un’ottica di sempre maggior efficienza e rapidità. Il sistema funziona con una logica vicina a quella del Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate, fondando la fatturazione elettronica europea su quattro nodi fondamentali: il mittente del documento e il suo Access Point Peppol, l’Access Point del destinatario e, naturalmente, il destinatario stesso. In concreto, un’azienda che vuole emettere una fattura elettronica Peppol verso un cliente straniero dovrà semplicemente rivolgersi a un Access Point Provider per attivare un account. In questo modo otterrà le coordinate Peppol del destinatario della fattura e potrà accedere alla dashboard fornita dal provider: alcuni passaggi di compilazione ed ecco che, con l’invio del documento al proprio Access Point, la procedura è completa. Sarà infatti proprio quest’ultimo ad occuparsi dell’elaborazione della fattura e dell’inoltro al destinatario, il quale non dovrà che effettuare il download. L’importanza dei fornitori di punti di accesso Peppol è primaria. Sulla scia di quanto fa su rete nazionale lo SDI, a loro spetta il compito di garantire la corretta esecuzione dei vari passaggi: emissione, invio e consegna dei documenti elettronici.